YaCy, il motore di ricerca basato sul P2P

YaCy, il motore di ricerca basato sul P2P

In questo articolo andremo ad occuparci di YaCy, un motore di ricerca con licenza GPL che si presenta come alternativa alle soluzioni centralizzate. Sviluppato con architettura peer-to-peer, YaCy si basa sulla possibilità di garantire un accesso alle informazioni che sia trasparente per tutti, senza censure, limitazioni o inserimenti pubblicitari

di pubblicato il nel canale Web
 

Introduzione

Di poche settimane fa è la notizia che ha visto Google, nuovamente, andare ad espandere la blacklist di parole chiave: al momento questa lista nera viene utilizzata per filtrare i risultati consigliati e quelli autocompilati, non avendo però riscontri diretti sulla ricerca finale.

Il dibattito che ne è scaturito non è stato di poco conto, anzi. E se è vero che di censura ancora non si può parlare, è senza ombra di dubbio importante sottolineare e non far passare inosservato l'atteggiamento che l'azienda di Mountain View ha da tempo assunto nei confronti di determinati chiavi di ricerca.

Google ha, nel corso del tempo, preso una posizione chiara nei confronti di parole che facciano riferimento a servizi torrent o di file hosting: termini come "torrent", "BitTorrent", "uTorrent", "MegaUpload" e "Mediafire" sono pertanto stati eliminati dalle funzioni autocomplete e istant, andando ad impattare in modo diretto sulle ricerche.

Come abbiamo sottolineato la presenza di queste liste nere non va ad influire il risultato finale della ricerca; a conti fatti pertanto, se un utente è determinato a cercare quella precisa parola chiave, non ci saranno impedimenti. I filtri attivati da Google hanno però un riflesso diretto nelle ricerche complessive.

Ma come fare per dimostrarlo? È la stessa azienda di Mountain View che fornisce gli strumenti per andare a monitorare quanto una determinata parola venga ricercata. Ecco allora che viene in aiuto Google Trends, applicazioni disponibile a questo indirizzo e che permette di monitorare l'andamento di una data chiave di ricerca nel corso del tempo.

E i dati, grafici alla mano, parlano chiaro.

Il primo grafico che riportiamo è quello della chiave di ricerca Megaupload, che Google ha introdotto nella propria lista nera ad inizio anno. Il volume di ricerca è piuttosto evidente ed è cresciuto esponenzialmente a partire dal 2008: questo tipo di servizio si è affermato nel tempo come piattaforma per la condivisione di ogni tipo di contenuto, legale o protetto dal diritto d'autore. La crescita si è però fermata ad inizio 2011, in corrispondenza dell'attivazione dei primi filtri di Google.

Lo stesso destino di Megaupload è toccato a torrent, il popolare servizio di condivisione file P2P che da tempo rappresenta un riferimento per molti utenti. Anche in questo caso, come dimostra il grafico, i filtri attivati da Google sono stati applicati con l'inizio del 2011, comportando una drastica diminuzione delle ricerche con tale chiave.

Isohunt è la terza e ultima parola che utilizziamo per andare ad analizzare quando l'applicazione dei filtri di Google vada ad impattare sulle ricerche. A differenza degli altri due termini, Isohunt è stato inserito nella lista nera dei termini non presenti nelle funzioni istant e autocomplete solo nel mese di novembre. Il crollo verticale, in questo senso è ben visibile.

È vero, non si tratta di censura, ma quanto osservato fino ad ora mostra in modo chiaro e lampante quanto Google possa andare ad influire sui volumi di ricerca: che sia giusto o meno e della correttezza di tale decisioni, non vogliamo però discuterne in questo articolo.

Già perché, quando uno strumento comincia a non limitarsi a fare il suo compito, ma inizia anche a dire cosa cercare, filtrando risultati e fornendo risposte diverse a persone differenti, può far storcere il naso a chi ha sempre visto in Internet uno strumento per ottenere un'informazione che sia libera da ogni legame. Nel corso delle prossime pagine parleremo allora di YaCy, un motore di ricerca distribuito, basato sui principi del peer-to-peer e che potrebbe, a conti fatti, rappresentare in futuro un'alternativa alla grande G.

 
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