Con il "Decreto Fare" novità per Agenda Digitale e Wi-Fi libero

Con il "Decreto Fare" novità per Agenda Digitale e Wi-Fi libero

Il Governo ha previsto nel “Decreto Fare” una nuova governance per l'Agenda Digitale e ribadisce la libertà di accesso a internet con il solo obbligo di tracciabilità del dispositivo

di pubblicata il , alle 14:01 nel canale Web
 

Il “Decreto Fare” è stato approvato lo scorso sabato da parte del Consiglio dei Ministri e tra le molteplici iniziative previste per il rilancio economico del Paese si parla anche di Internet e di Agenda digitale. Il Governo ha voluto rivedere in primo luogo la governance dell'Agenda Digitale allo scopo di snellire e rendere operativo il progetto. In particolare ecco cosa cambia:

La cabina di regia (Dell'Agenda Digitale) si avvale di un Tavolo permanente, composto da esperti e rappresentanti delle imprese e delle università, presieduto da  Francesco CAIO, nominato dal governo commissario per l’attuazione dell’Agenda digitale (“Mister Agenda digitale”).

L’Agenzia per l’Italia digitale viene poi sottoposta alla vigilanza unicamente del Presidente del Consiglio.

Le novità più concrete riguardano la possibilità per il cittadino di  chiedere una casella di posta elettronica certificata nel momento in cui viene redatta la carta d’identità elettronica o il documento unificato. Con questa norma si da luogo al cosiddetto Domicilio Digitale. Il “Decreto Fare” prevede anche una razionalizzazione dei CED - Centri Elaborazione Dati - e stabilisce nuove scadenze per la presentazione del progetto Fascicolo Sanitario Elettronico da parte di Regioni e Province autonome.

Nei provvedimenti del Governo si parla anche di Wi-Fi, infatti al punto 3 degli aspetti relativi all'Agenda digitale troviamo quanto segue:

3) Wi-fi libera come in Europa

E' stata inoltre prevista la liberalizzazione dell'accesso ad Internet, come avviene in molti Paesi europei. Resta però l'obbligo del gestore di garantire la tracciabilità mediante l'identificativo del dispositivo utilizzato. L’offerta ad internet per il pubblico sarà  libera e non richiederà più l'identificazione personale dell'utilizzatore. 

Con queste poche righe il Governo sembra voler far chiarezza su un argomento che nel corso degli anni ha suscitato incomprensioni, dubbi e varie interpretazioni. Il primo aspetto da chiarire è che il Wi-Fi in Italia era già libero in quanto il "decreto Pisanu" risulta abrogato da tempo. Con tale norma si intendeva fronteggiare i pericoli del terrorismo richiedendo l'identificazione univoca dell'utente.

Con quanto approvato sabato scorso viene comunque ribadito che "..l’offerta ad internet per il pubblico sarà  libera e non richiederà più l'identificazione personale dell'utilizzatore ". Risulta però ancora obbligatorio garantire la tracciabilità del dispositivo, operazione possibile ad esempio con l'invio all'utente di un SMS contenente un codice di accesso.

Il documento presentato dal ministro per lo sviluppo economico dovrebbe anche far chiarezza una volta per tutte sui requisiti necessari per l'installazione di router o altri apparecchi. Ci riferiamo all'attuazione della direttiva 2008/63/CE che tanto aveva suscitato polemiche (qui è disponibile un approfondimento dedicato), infatti in tale contesto si stabiliva l'obbligo di una certificazione da parte dell'operatore che effettuava l'installazione di un router o altri dispositivi simili. Con l'affermazione contenuta nel testo "...E' stata inoltre prevista la liberalizzazione dell'accesso ad Internet, come avviene in molti Paesi europei." ogni ambiguità pare risolta e la controversa situazione parrebbe superata.

24 Commenti
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Tuvok-LuR-18 Giugno 2013, 14:07 #1
Risulta però ancora obbligatorio garantire la tracciabilità del dispositivo, operazione possibile ad esempio con l'invio all'utente di un SMS contenente un codice di accesso

peccato che siamo l'unico paese dove i numeri di cellulare sono nominativi
acerbo18 Giugno 2013, 14:10 #2
Originariamente inviato da: Tuvok-LuR-
peccato che siamo l'unico paese dove i numeri di cellulare sono nominativi


ragugo18 Giugno 2013, 14:11 #3
"obbligo del gestore di garantire la tracciabilità mediante l'identificativo del dispositivo utilizzato."

Secondo me basta semplicemente un log dei MAC address che riporti data ed ora di attività.
bonzoxxx18 Giugno 2013, 14:46 #4
Originariamente inviato da: ragugo
"obbligo del gestore di garantire la tracciabilità mediante l'identificativo del dispositivo utilizzato."

Secondo me basta semplicemente un log dei MAC address che riporti data ed ora di attività.


naaaa, troppo semplice...
noi siamo l'UCAS (Ufficio Complicazione Affari Semplici) e dobbiamo inventarci le peggio cose per controllare... voglio dire, il mac address è solo un indirizzo fisico NON modificabile dell'utente (almeno un utente normale) e univoco per ogni dispositivo di rete

ovviamente sono ironico, sarebbe la cosa migliore senza codici, codicini ed sms del piffero.
acerbo18 Giugno 2013, 14:56 #5
Originariamente inviato da: ragugo
"obbligo del gestore di garantire la tracciabilità mediante l'identificativo del dispositivo utilizzato."

Secondo me basta semplicemente un log dei MAC address che riporti data ed ora di attività.


Puoi tracciare tutti i MAC address chez vuoi, ma se no sono associati ad una persona fisica no servono a nulla, inutile loggarli.
marck7718 Giugno 2013, 14:58 #6
Originariamente inviato da: ragugo
Secondo me basta semplicemente un log dei MAC address che riporti data ed ora di attività.


Il MAC Address è facilmente modificabile, non sarebbe per nulla attendibile.. un codice inviato ad un numero di cell via SMS invece no (se non hai quella SIM non lo riceverai mai). E' un sistema utilizzato anche da molti gestori di servizi stranieri come parte integrante della two-ways authentication (vedi whatsapp, dropbox, viber e molti altri).

Non dimentichiamoci che questa forma di identificazione serve a prevenire e scoraggiare i crimini informatici (pedopornografia, infiltrazione in banche dati etc etc): credo sia cosa buona e giusta non favorire questi crimini rendendo di fatto l'accesso ad internet totalmente anonimo...
marck7718 Giugno 2013, 15:00 #7
Originariamente inviato da: Tuvok-LuR-
peccato che siamo l'unico paese dove i numeri di cellulare sono nominativi


infatti è un sistema già in uso (ad esempio per navigare col wifi sui treni Frecciarossa si fa proprio così: non vedo cosa ci sia di nuovo nel decreto...
S3lfman18 Giugno 2013, 15:08 #8
tanto per essere chiari: NON CAMBIA ASSOLUTAMENTE NULLA. E' un decreto che va solamente a modificare una specificazione. La norma non cambia dunque NON SI PUO' AFFERMARE che in Italia ci sia un free-wifi. Non c'entra assolutamente nulla il MAC address (che peraltro per cambiarlo bastano 4 click di mouse sinistro, uno destro, ed un numero inventato a caso). Se bisogna identificarsi attraverso la propria SIM, sarà il proprietario della SIM, che ha firmato un contratto con l'operatore mostrando carta identità/patente, che richiederà l'accesso. Praticamente per fare un esempio: Bar--carta identità---wifi, ora sarà necessario, Bar--SMS (sim+ carta identità trasmessi)--wifi. STESSA COSA.

Un appunto a Boneschi. Non mi aspetto che una simil testata giornalistica debba "propagare" la verità assoluta attraverso le proprie pagine. Non vedo però il perchè non si possa iniziare a scavare un pochino di più nelle notizie per dare agli utenti "meno informati" ciò che oggettivamente accada. Perchè non si menziona l'oggettivo NON cambiamento a fini pratici? Perchè non si menziona (e anzi si afferma <una volta per tutte> che il decreto precedente firmato dal centro-destra creava de facto una lobby per gli installatori che rilasciavano un certificato e che altrimenti si sarebbero duvute pagare sanzioni ?

Se ci si limita solamente a diffondere allora tanto vale chiamarsi amanuensi dell'informazione.
marck7718 Giugno 2013, 15:23 #9
Originariamente inviato da: S3lfman
il decreto precedente firmato dal centro-destra creava de facto una lobby per gli installatori che rilasciavano un certificato e che altrimenti si sarebbero duvute pagare sanzioni ?


Sul discorso della lobby non sono del tutto daccordo. La competenza di chi lavora e si interfaccia con le reti di TLC pubbliche (voce e dati) dovrebbe comunque esserci, a tutela della loro integrità e di tutti quei professionisti certificati che hanno seguito un dato percorso di studi ed hanno superato l'esame di stato.

Sennò cominciamo pure a liberalizzare la costruzione di edifici, la tutela legale, gli atti notarili e magari pure le cure mediche no? Non sono lobby quelle? Per me non del tutto... una ragione di fondo c'è, sebbene qualcosa per l'accesso alla professione andrebbe rivisto in effetti (perchè superare l'esame di avvocato, per non parlare di notaio, è così difficile? E' lì che entra in gioco la "lobby"...).

Inoltre spenderei una riflessione sulle responsabilità del professionista che "certifica" un servizio offerto: chi si interfaccia alle reti pubbliche dovrebbe essere responsabile di eventuali danni arrecati (ad es. se collego la mia linea telefonica di casa alla 220V e brucio qualcosa nel cabinet stradale o in centrale? se accendo un ponte radio e disturbo qualche trasmissione importante, ad esempio un radar?). In questo senso quindi riserverei l'accesso alle reti ai tecnici competenti (periti e/o ingegneri dell'informazione a seconda del livello) ma sarei ben preciso sulle loro responsabilità.

Lo stesso dovrebbe succedere anche con gli altri professionisti. Mi sembra assurdo, ad esempio, che, come già successo più volte, un notaio che "rogiti" l'acquisto di un immobile successivamente risultato abusivo non ne sia responsabile nei confronti del compratore!! Sei un professionista, ti prendi un lauto compenso per quel che fai, ed allora rispondi dei tuoi errori!
Wildlamb18 Giugno 2013, 15:42 #10

mumble mumble...

Saro' forse un bastian contrario, ma a me piacerebbe che ci si loggasse previo accertamento SICURO dell'identità personale... del tipo certificato inviato alla PEC dell'utente; è molto figo parlare di libertè, egalitè e li mortè, ma quando ti fregano l'account facebook o ti danno del figlio di passeggiatrice, sai come lo beccano, il simpaticone, dal MAC address o da una SIM che si è comprata di seconda mano a porta portese...

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