Kim Dotcom: agenti esterni hanno pilotato la chiusura di MegaUpload
Nella nuova biografia di Kim Dotcom si legge che il raid che ha portato alla chiusura di MegaUpload sia stato pilotato da una donazione di 20.000€ che lo stesso aveva effettuato a vantaggio di Wikileaks
di Nino Grasso pubblicata il 27 Novembre 2013, alle 12:15 nel canale WebSono passati quasi due anni dalla chiusura di MegaUpload ed il conseguente arresto di Kim Dotcom e dei dirigenti della società, con accuse di riciclaggio di denaro ed estorsione. Da allora il controverso informatico tedesco ha preso parte ad una lunga serie di processi, dimostrando l'anno scorso che i mandati utilizzati nel raid e le documentazioni relative non fossero valide.
Nel corso del 2013 Dotcom lancia il successore di MegaUpload, Mega, promettendo ai futuri utenti che i propri dati non potranno essere in qualche modo visionati da agenzie governative grazie al nuovo sistema avanzato di cifratura automatica. Con la chiusura di MegaUpload, molti utenti che pagavano regolarmente il servizio sono stati privati dei propri dati salvati sul cloud in maniera irreversibile.
David Fisher ha rivelato in un nuova biografia di Dotcom che l'unica reale ragione per cui MegaUpload è stato chiuso sia relativa al supporto economico dato a Wikileaks, mediante una donazione di 20.000€. Su TorrentFreak si leggono due estratti di "The Secret Life of Kim Dotcom – Spies, Lies and the War for the Internet" in cui il CEO di Mega spiega quanto avvenuto in seguito al rilascio del video "Collateral Murder" nel 2010.
Nel libro si legge che Dotcom "crede che una delle ragioni per cui fu preso di mira sia stata proprio il supporto economico offerto al fondatore di Wikileaks, Julian Assange." Si trattava della donazione più corposa ricevuta dall'organizzazione alla base del sito che riportava tutta una serie di segreti militari, di Stato, industriali. Le agenzie governative americane avevano da poco iniziato a monitorare Wikileaks per ricevere informazioni riguardo alla provenienza degli introiti economici. Secondo Dotcom, il suo nome deve essere stato fra i primi a venire fuori, dal momento che aveva versato la donazione dal conto legato alla sua società, MegaUpload.
"È stato per questo che ci sono andati così pesanti", spiega Dotcom nel libro di David Fisher. "Solo in un governo pienamente trasparente non esistono accordi e organizzazioni segrete o corruzione. Gli Stati Uniti sono l'esatto opposto".
Si tratta di argomentazioni tuttavia sterili, che nel libro non vengono comprovate con elementi eclatanti ed in qualche modo difendibili. Viene dimenticato di riportare inoltre che lo stesso MegaUpload aveva fatto la fortuna di Dotcom attraverso la distribuzione illecita di contenuti protetti da diritti d'autore, elemento chiave - e sostanzialmente indifendibile - del processo che ha provocato la chiusura di tutti i siti relativi al servizio di cloud storage online.
9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoHai ragione, sistemato.
Un accento ogni tanto non fa male.
non avverrà mai.
esatto
Hai provato a scrivere a Mega.co.nz?
A volte basta chiedere. Spesso le compagnie (non italiane) rispondono.
Tutti gli hard-disk della compagnia (oltre a tutti i suoi dischi personali) sono stati portati via sotto sequestro, al momento non ha praticamente possibilità di verificare chi aveva il premium su megaupload
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